Perchè una via a Bettino

Pubblicato da Cappellaio | Etichette: , , , , , , | Posted On mercoledì 30 dicembre 2009 at 12:46

Premessa. So che quanto mi accingo a scrivere mi porterà critiche ma, da uomo di sinistra quale credo di essere, sono convinto della necessità di una riflessione più ampia rispetto all'uomo Bettino Craxi. Statista o criminale? Il tutto ritorna a galla in seguito alla furiosa polemica scoppiata nell'opinione pubblica, politica e non, in seguito all'idea lanciata dal sindaco di Milano Letizia Jones Moratti di dedicare una via o un parco a Bettino Craxi. L'ex capo dei giudici milanesi Borrelli, ha definito la decisione “indecorosa”, perché non si può dedicare una strada ad una persona morta in latitanza. Di Pietro è andato oltre, proponendo che sulla targa ci sia scritto: “Bettino Craxi, politico, presidente del consiglio, condannato e latitante”. Matteo Salvini, esponente milanese di spicco della Lega ha detto che negherà il suo consenso ad un simile provvedimento. Ora, dipende tutto da come si affronta l'analisi. L'uomo politico bettino Craxi ha macchiato tutto il suo operato con lo scandalo delle maxi-tangenti al suo partito che gli avrebbe dovuto comportare una pena da scontare in carcere di quasi 10 anni. Peccato abbia optato per l'esilio politico in Tunisia. O latitanza che dir si voglia. E tutto ciò va assolutamente stigmatizzato e di per sè basterebbe per mettere alla gogna la figura di Craxi. Detto ciò mi piacerebbe fare un'analisi un pò più ampia del politico. Che rimanda alla sua esperienza di premier durata 4 anni negli anni '80 con l'esperienza del pentapartito. Ecco io sono dell'idea che Craxi tanto abbia fatto di bene in politica estera quanto (o forse non così tanto) abbia fatto di male in politica interna. Ricordo che fu Craxi a chiedere al Congresso USA la libertà per il Cile, fu Craxi a chiedere a Jaruzelsky (il capo di stato polacco) di tirare fuori dalle carceri i capi del Solidarność, fu Bettino Craxi a chiedere a Gorbaciov di liberare gli attivisti per i diritti civili Sakharov e Yelena. E non da ultimo Craxi prese la posizione dell'Argentina contro il Regno Unito nella disputa per le Isole Falkland. Diciamo che forse pensava da vero socialista (almeno in politica estera) che il mondo potesse essere un giorno utile alla democrazie ed alla libertà. Chiaramente è una frase di rito. La stessa che anche Bush citava come giustificazione per attaccare l'Iraq, ma credo che Craxi avesse delle credenziali da poter usare a suo favore. Certo, va anche detto che in politica estera Craxi aiutò Arafat con l'intermediazione di Berlusconi e Tarak Ben Ammar. Berlusconi era in difficoltà con la tv francese, interviene Tarak che lo sistema. Berlusconi gli riconosce un superpremio (15% anzichè il 5%) che ammonta a 20 miliardi di vecchie lire che poi vengono fatte dirottare ad Arafat tramite la società off-shore All Iberian. Finanziamenti che poi in parte si intascò pure Bettino. Ma questo è il lato oscuro di Craxi. Lo sappiamo. Uno dei pregi della Prima Repubblica era che la politica era sopra il potere di magistrati ed economia. Si badi bene che non significa possibilità di sfuggire ai processi o quant'altro, ma significa che almeno prima si faceva politica, c'era la Repubblica dei partiti e dei sindacati, ora c'è la Repubblica della Banca d'Italia, delle magistrature, dei "fatti", delle mignottocrazie e così via. Credo quindi che sebbene Craxi sia morto con la fedina penale macchiata, meriti di essere giudicato non solo per le vicende giudiziarie ma anche per la complessità di tutte le altre vicende politiche che l'hanno riguardato.
Infine concludo che non è uno scandalo dedicargli una via. Il giudizio penale espresso da Di Pietro e Borrelli in seguito a Tangentopoli rimane e dedicare una via a Craxi non scredita quanto da essi e da altri giudici stabilito. D'altronde nessuno o quasi si scandalizzerebbe se dedicassero una via a Togliatti (a Roma e in altre città c'è già). Togliatti è quello che quando sottraè il tesoro a Mussolini (circa un miliardo di lire) invece di reinvestirlo per la ricostruzione post-bellica dell'Italia lo trasferì in Svizzera dove venne riciclato e reso spendibile con operazioni "estero su estero" per finanziare ad esempio l'acquisto dell'imponente sede delle Botteghe Oscure. Lo stesso Togliatti tacque sulle purghe staliniane e sulla liquidazione degli anarchici spagnoli ad opera di comunisti stalinisti. E lo stesso Togliatti (così come Amendola) riceveva finanziamenti pesanti da parte dell'URSS per il PCI; si parla di miliardi di dollari annui. Ecco questo era solo un esempio, con l'obiettivo che non si usino due pesi e due misure, pur essendo le situazioni molto diverse tra loro. Ma credo che lo screditamento di Craxi sia così radicato soprattutto perchè riguardava i soldi del popolo italiano (ma anche il tesoro di Mussolini sarebbe dovuto spettare agli italiani, se vogliamo). Ed è giusto che ci siano questi rancori, a patto di una visione globale della storia e della realtà. Bene, mi sono tolto un peso ma queste cose le volevo dire.

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