Altrimenti ci arrabbiamo

Pubblicato da Cappellaio | Etichette: | Posted On martedì 30 marzo 2010 at 21:56

Poche palle. Le elezioni son finite male per il centro-sinistra. Non reggono le scuse che nel 2005 la situazione politica era completamente diversa da quella attuale e che quindi partire da 11 regioni contro 2 per il centro-sx non aveva vantaggio alcuno. Se una Regione governa bene dà sempre ai cittadini in essa residenti la possibilità di bissare il voto come attestato di riconoscimento al governatore.
I casi Piemonte e Lazio sono il punto più basso. Nel primo è stata imbastita un'alleanza inverosimile. Nemmeno il buon Prodi avrebbe osato tanto. Da Rifondazione all'Udc. Nel nome della laicità e della persona di Mercedes Bresso. Per poi perdere, anche se di poco, contro "solo" Lega e Pdl. Che invece hanno (ahinoi!) forzato tantissimo la campagna elettorale per Cota e hanno portato a casa il colpaccio.
Capitolo Lazio. Assurdo alla vigilia se si considera l'assenza delle liste del Pdl dalle circoscrizioni della provincia di Roma. Eppure la rimonta della Polverini rispetto agli exit-poll che sembravano incoronare anche se per poco la Bonino è stata incredibile. Può avere influito ancora l'eco dello scandalo Marrazzo sulle vicende del centro-sx in regione? Non credo. E' più facile pensare che sia stato sottovalutato il nuovo sentore di destra avviato con la surreale vittoria di Alemanno lo scorso anno alle comunali della capitale. Oppure è ancora più facile pensare (come io credo) che la Bonino non fosse in realtà una candidata forte per il centro-sx. Ma l'essere scesa in campo sin da subito ha permesso lei di sposare le simpatie di un Pd imbarazzato tra l'idea balzana di candidare la Melandri e l'unica scelta che avrebbe permesso di vincere. Ossia candidare Zingaretti o Veltroni.
Per il resto tutti han vinto dove tutti più o meno se l'aspettavano. In Campania come in Puglia. Ma in quest'ultima le percentuali portate a casa da Nichi vanno ben oltre le aspettative.
La grande scommessa su cui puntare per la sinistra nei prossimi anni è pertanto agevolare l'ascesa di Vendola a leader nazionale. Ma con calma. Lo dico oggi che è presto: buttarlo nella mischia subito nel 2013 è vero che darebbe fiducia a molti elettori smarriti (anche quelli che magari oggi votano in massa Grillo) ma probabilmente lo consegnerebbe ad una sconfitta pesante contro il rivale Berlu-Formigoni che sia. Le fabbriche per l'Italia s'hanno da fare, ma con calma., evitando di consegnare l'operaio più virtuoso al collasso causato dai colletti azzurri e verdi. Per sperare di tornare a sognare in un futuro in cui possano sVendolare bandiere di fiducia..

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