Fango e fanghiglia

Pubblicato da Cappellaio | Etichette: , | Posted On domenica 30 maggio 2010 at 19:34

Memorie di un Giro d'Italia combattuto. Combattutissimo. Impressi nella memoria di questo sport rimarranno immagini splendide che consegnano quest'edizione nella top 3 delle più incerte e combattute degli ultimi 10-15 anni. Penso all'arrivo in mezzo al fango della tappa epica di Montalcino, alle cadute in terra olandese, alla gigantesca fuga bidone de L'Aquila che stava rischiando di mandare a disinibite signore le tattiche dei favoriti alla vittoria finale, agli screzi tra Righi ed Evans, alla vittoria del giovanissimo Belletti nella sua terra natìa e dell' idolo Pantani. Ma soprattutto grande merito a Ivan Basso. Che ha avuto i mezzi per andare più forte degli altri e l'abilità di risvegliare gli animi intorpiditi di alcuni tifosi troppo abituati a soffrire e mai a riscuotere emozioni da questo sport. Grande la sua impresa sullo Zoncolan. A me personalmente non è mai piaciuto, non mi ha mai trasmesso emozioni nemmeno quando sbaragliava gli avversari come al Giro di 4 anni fa dove irriverì Simoni. Ora che è tornato ad altissimi livelli è lecito aspettarsi da lui un grande Tour, anche se con i fratelli Schleck e con Contador sarà molto più dura. Ma nemmeno nel '98 con il piccoletto con le orecchie a sventola di Cesenatico nessuno riteneva fosse possibile l'accoppiata Giro-Tour nello stesso anno (sia chiaro che paragonare le emozioni che trasmetteva Basso a quelle trasmesse da Pantani è come mettere sullo stesso piano spinello e sigaretta: il primo dà emozioni e ti fa vivere come in un mondo parallelo, il secondo ti può aiutare a vivere meglio ma sempre in un piano terreno). Simoni invece appende la bici al chiodo. E' sempre stato un combattente, duro a mollare e spietato se in forma sulle salite più ostiche. Certo, non ha mai digerito i compagni di squadra che si ritagliavano un loro spazio alle sue spalle (vedi Cunego prima e Riccò poi). Non ha mai avuto grossi problemi di doping. O meglio, 2 volte positivo nello stesso anno alla cocaina, si giustificò nel primo caso dicendo che era colpa di una scellerata azione anestetizzante di un dentista e nel secondo caso con l'assunzione di una caramella importata dalla zia di ritorno da un viaggio in Colombia. Risultato: zero giorni di squalifica. Detto ciò il bilancio è sicuramente positivo e almeno oggi lasciateci dire che il Giro ha ridato lustro ad un movimento sportivo come quello italiano sempre più in crisi. In attesa di non essere smentiti da Lippi.

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