Parola 1 Docu-fiction 0

Pubblicato da Cappellaio | Etichette: , , | Posted On sabato 12 dicembre 2009 at 13:50

Con una lettera ai direttori di rete della Rai, Masi ha infatti detto no all'uso nei programmi di informazione del televoto e di docu-fiction per procedimenti in corso. Santoro risponde che non esisterebbero leggi, sentenze o regolamenti di qualsivoglia autorità che impediscano di fare cronaca giudiziaria con l'uso di attori. Ma il problema è di fondo secondo me. Si tratta di riflettere se effettivamente quel richiamo è giusto nel merito. Secondo me sì. E' indubbio che nell'ultimo decennio molti programmi di informazione li hanno introdotti come forma di comunicazione e di racconto, ma è anche vero che questa forma ha sempre nascosto insidie di confusione, storture della realtà e occultamenti vari che potevano essere dettati dall'impersonificazione di certi attori. Mica colpa loro, ovvio. Sono lontani cioè dall'essere un neutro strumento di comunicazione. Se poi uso degli attori per descrivere un fatto, costruito sulla base di supposizioni o elementi indiziari, quel racconto, giocoforza, apparirà più reale che se lo enunciassi solo a voce. Si leva quindi quella distanza critica che la parola offre e che costituisce una forma di condizionale(cit. Gli Altri). Non che la voce narrante di un giornalista sia sempre imparziale o neutra, però quelle garanzie di discrezione che da una voce narrante giornalistica si possono facilmente perdere con una docu-fiction. Quello che cioè fa la differenza è la presunzione di realtà che una docu-fiction porta con sè e che, fatto ancora più grave, induce nello spettatore.

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